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BIO

A Max Olitz è stato diagnosticato un disturbo dissociativo dell’identità che, secondo l’opinione degli analisti che ne hanno seguito il decorso, ha iniziato a manifestarsi verso la fine dell’adolescenza. Max Olitz ha una formazione umanistica. La stesura dei suoi racconti avviene chiaramente in uno stato di flow e, in genere, i testi sono molto prossimi alla versione finale. Normalmente l’autore non riconosce come suoi i testi scritti nella fase dissociativa opposta a quella in cui si trova al momento dell’analisi. Max Olitz vive a Trieste con il suo gatto Buzz.

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I miei personaggi mi assillano, mi tormentano: devo liberarmene, come dai fluidi corporei, altrimenti mi avvelenano. Il grande poeta Pierluigi Cappello scriveva: “con me le parole si sono sempre fatte avanti”. 

Nel mio caso le parole sono prepotenti, sfrontate e impertinenti. Più che farsi avanti, mi lasciano indietro. Escono a fiotti, spesso incontrollabili, e allagano i miei fogli.

Al giorno d’oggi si scrive troppo e si legge troppo poco. Proprio per questo, non ci sarebbe alcun bisogno di continuare a scrivere. Tutto è già stato detto, tutto è già stato scritto. Eppure... sono uno scrittore per necessità, una necessità che non è economica, almeno non principalmente. Scrivo per liberarmi delle parole. Il mio psichiatra sostiene che io sia affetto da quello che viene indicato come disturbo dissociativo dell’identità. In effetti, vi sono dei momenti in cui non percepisco la differenza fra la mia vita e quella dei miei personaggi. Non è una bella sensazione, te lo garantisco. In realtà, io sono il personaggio di uno dei miei racconti.

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Nando Patat nasce a Udine nel 1966.

Si è laureato in astronomia presso l'Università di Padova, dove ha conseguito anche il dottorato di ricerca. Dal 2011 dirige l’Ufficio dei Programmi Osservativi dello European Southern Observatory (Germania). 

Ha lavorato con i maggiori esperti mondiali sulle Supernovae, in Europa, Stati Uniti, Russia, Australia e Giappone, dove ha tenuto lezioni e seminari. Nel corso della sua carriera ha condotto la sua attività di ricerca utilizzando i più grandi telescopi della terra, affermandosi a livello internazionale nel campo delle Supernovae, dei loro progenitori e della geometria delle esplosioni termonucleari. Patat ha al suo attivo oltre centocinquanta pubblicazioni su riviste specialistiche di astronomia e astrofisica. È autore e co-autore di diversi articoli scientifici sulle riviste Science e Nature. Si occupa principalmente di Supernovae, della natura delle stelle che le generano e dei meccanismi che conducono alla loro esplosione. Alla ricerca affianca un’intensa attività divulgativa, tenendo ogni anno numerose conferenze pubbliche e lezioni nelle scuole superiori. Figlio dello scultore Giovanni d’Artegna, ha mantenuto sempre viva la passione per l’arte, in particolare per la musica. Nel 2008, assieme a Glauco Venier e Massimo Somaglino ha messo in scena l’Ombra della Terra, che propone un’originale contaminazione fra musica, teatro e scienza. In quell’occasione ha iniziato a collaborare con lo scrittore Max Olitz. Ha partecipato a svariati eventi pubblici. Repubblica TV gli ha dedicato un servizio nella serie Italiani Fuori (Nando, l’astronomo sul palcoscenico).

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